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Morini, Palmucci, Valente

Una doppia sfida sta dietro a questo progetto: sedersi sul cartone non basta, possiamo anche rendere la seduta mobile, dinamica e trasformabile? Una sfida che recupera non solo il cartone e il legno ma anche tubazioni riciclate, per costruire un arredo dalle forme curvilinee in cui la curvatura serve a far funzionare anche degli incastri e delle rotazioni che conferiscono il dinamismo ricercato. Una unione dunque intima tra forma, dinamismo e meccanismo, che agiscono silentemente dietro alla sensazione di sedersi con la lieve cedevolezza e il senso di calore di una superficie in cartone.

Versione 1.0 : un progetto integralmente cartaceo

Il progetto nasce a partire da soli materiali di cartone, con annessa una intenzione tanto audace quanto lucida: costruire in cartone una seduta mobile, in cui lo schienale possa diventare tavolo e viceversa. Un oggetto molteplice, dunque e giocabile. Unico dispositivo ammesso oltre al cartone, per necessità nel primo prototipo, è stato un tubo anch’esso rigorosamente da reperire riciclato, che è stata una tubazione in PVC.

La geometria dunque diventa in un certo senso funzionale al meccanismo in quanto la curvilineità, che domina tutte le forme della seduta, è protagonista anche dell’incastro, studiato a lungo con diversi tentativi, che permette ai singoli componenti con forma “a L” di innestarsi nel tubo che serve anche a tenere insieme la seduta nel suo complesso e a trasportarla.

Sorgente

La sorgente dei cartoni di questo progetto è una fabbrica, in cui grandi imballaggi di pale di elicottero, con grandi superfici uniformi venivano smaltiti e sono stati audacemente sottratti in grande quantità per costruire pannelli di scarto da cui emerge la matrice formale analoga delle diverse componenti, basi distanziatori circolari e, appunto parti della seduta.

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Versione 1.1 : Il legno entra in campo

Il primo prototipo, affascinante e sperimentale, ma già pienamente funzionante viene in un primo “remix” del progetto aiutato dall’inserimento del legno nelle parti a contatto col terreno: le gambe diventano lignee insieme ad altri accorgimenti nati dall’interazione con i falegnami di K_alma, in affascinanti incontri “hands-on”: mani sulla sedia!

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Versione 1.1 : un salto alla Maker Faire

Il prottipo è dunque “uscito allo scoperto” alla Maker Faire dove è entrato in contatto con il pubblico: bambini e famiglie entusiasti lo hanno “agito”, con una generale sorpresa sulla sua comodità!

Le giovani progettiste scoprivano dunque sul campo il fascino suscitato, l’entusiasmo, e le fragilità di un prodotto, ancor più se dinamico! E scoprendone l’affinità infinita con i più piccoli, anche per la scala, ancora ridotta del prototipo…. per degli adulti!

Versione 2.0 : un salto di scala

 

La versione successiva apporta due modifiche importanti e ardite: la prima è il salto di scala, la seconda il tentativo di lavorare con la tubazione, ossatura principale della seduta, in cartone anch’essa. Rimosso il PVC dunque, il legno, nelle due varie forme, diventa l’unico costituente la seduta.

Sorgente

la versione 2.0 di TURN THE ANGLE diventa esigente nelle quantità di cartone! Dunque si amplia il ventaglio di sorgenti possibili ma contemporaneamente si introduce un “macro-componente”: la seduta non sarà più di lastre singole ma di macro-lastre accoppiate a rendere più rigidi e spessi i componenti rotanti, ovviando quindi a una delle fragilità possibili emersa in fiera. Il laboratorio, sempre più acquista la fisionomia “sartoriale”.

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